
Con l'evolversi negli anni dell'allenamento a corpo libero ed il calisthenics sono emerse differenti correnti di lavoro e di allenamento che danno maggiore importanza, per esempio, allo sviluppo di movimenti come la trazione monobraccio, altri invece che si sono orientati allo sviluppo della forza massimale nei lavori bilaterali. Molto spesso la scelta di optare per un range di movimento rispetto ad un altro ricade quasi sempre sui parametri valutativi delle competizioni. appare quindi abbastanza banale e ovvio che sia il contesto a determinare la scelta di quale range di movimento utilizzare.
Trazioni al petto o al mento?
Sicuramente la scelta di fare le trazioni al petto ho le trazioni al mento e determinata dall' obiettivo e quindi dai cosiddetto modello prestativo appunto in parole molto semplici si definisce quale deve essere il punto d'arrivo, che molto spesso è determinato dalla tecnica del gesto oppure dai parametri valutativi una competizione, e ritroso si definisce il percorso che è più specifico alla domanda in posta.
Vale la pena fare una prima distinzione se si parla di reclutamento muscolare:
 
 
Nota finale ma non meno importante è che non è sufficiente limitarsi a considerare il range di movimento, ma sarebbe opportuno anche riflettere in termini di atteggiamento posturale in quanto la scelta di utilizzare un movimento con la colonna in flessione oppure in estensione può determinare in maggio reclutamento di un muscolo rispetto ad un altro.

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Vantaggi trazioni al petto
Al di là di quella che può essere una scelta legata puramente reclutamento muscolare, è possibile optare per un'attrazione al mento oppure una trazione al petto in base al proprio obiettivo appunto se da una parte la trazioni al mento è sufficiente per reclutare al meglio la muscolatura del gran dorsale e invece limitante se l'obiettivo è costruire un movimento come la trazione monobraccio con una chiusura completa oppure il muscle-up di forza.
In particolare, nel secondo movimento menzionato, la parte più difficile è esattamente la transizione, è più alta e l'attrazione che viene utilizzata per prepararsi alla transizione minore sarà la difficoltà di collegare la parte tirata con la parte di spinta che avviene esattamente nel momento in cui con la sbarra o con gli anelli si inizia a superare lo sterno.
Vantaggi trazioni al mento
Come menzionato precedentemente le trazioni al mento sembra avere sostanzialmente due campi di applicazione:
1) il primo che è sicuramente un contesto sportivo dove si ritiene sufficiente andare ad eseguire la trazione al mento virgola che sia una prestazione di resistenza muscolare o che sia una prestazione di forza massimale;
2) il secondo è il reclutamento muscolare e quindi la ricerca del massimo isolamento. In questo caso è sufficiente arrivare con il mento alla sbarra.
Conclusioni
In conclusione, che cosa possiamo dire? Sono meglio le trazioni aumento o sono meglio le trazioni al petto?
Il criterio finale è l'obiettivo finale della prestazione. E’ assolutamente scorretto cercare un assolutismo e pretendere di applicarlo in modo indiscriminato indipendentemente dalla situazione perché prima o poi questa scelta sarà il fattore limitante ai nostri progressi.
Sicuramente eseguire le trazioni al petto avrà dei benefici anche sull’esecuzione delle trazioni al mento, mentre non avviene anche il contrario. Questo significa che, per il principio di specificità, se alleno tutto il range di movimento diventerò abbastanza forte anche in una porzione minore (un po’ come allenare lo squat completo mi da’ transfert sul quarto di squat); se, invece, mi specializzo su una parte minore del range di movimento totale tendenzialmente diventerò forte maggiormente in quella ma il transfer che avrò sulla parte mancante sarà sicuramente minore.
Di conseguenza se non si vuole scegliere tra una delle due varianti è più intelligente optare per quella che permette di rinforzare il maggior numero gli anelli deboli della tirata verticale e quindi sicuramente la trazione al petto.

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